La
parete dei Militi, situata a circa 1700 metri d'altezza, domina la valle Stretta
ed il verdissimo pian dei Militi. L'intera parte bassa della valle è circondata
da montagne e pareti di roccia calcarea, creste frastagliate, immensi ghiaioni
e pinete, tanto che in più occasioni è stata utilizzata la definizione, con
tutto il rispetto per quelle vere, di Dolomiti di valle Stretta. Pur appartenendo
geograficamente alla Francia, la parete dei Militi si trova a un'ora di automobile
da Torino ed è molto più comoda da raggiungere per gli italiani che per i francesi,
i quali - tra l'altro - hanno il colle della Scala da valicare. Considerata
la bellezza dei luoghi e della natura, la valle Stretta è frequentatissima in
ogni stagione da persone che camminano, praticano sci di fondo, sci alpinismo,
campeggiano, arrampicano, prendono il sole, assaporano gusti ed aromi di una
grigliata o, più semplicemente, vanno a farsi un giro in montagna. La parete
dei Militi è stata vera è propria testimone dell'evoluzione dell'arrampicata
nel corso del ventesimo secolo, dalle vie tracciate da Gervasutti e Boccalatte,
fino ai boati da stadio del pubblico nel seguire le mani di Edlinger e Glowacz
afferrare la catena nelle finali di Sport Roccia, prime gare ufficiali nell'era
dell'arrampicata sportiva. I settori descritti sono due, ognuno con caratteristiche
differenti. Il settore gare - proprio qui si sono svolte le edizioni
di Sport Roccia nella seconda metà degli anni '80 -, si trova all'inizio di
pian dei Militi ed è costituito da una parete di calcare giallo e grigio, ormai
consolidato dalle ripetute cementificazioni e scalpellamenti avvenuti tra una
edizione e l'altra di Sport Roccia. Questa pratica, contestata da molti ma resa
obbligatoria dalla necessità di dover preparare vie inedite ad ogni edizione
delle gare, se ha contribuito da un lato a spingere gli organizzatori nella
ricerca di soluzioni alternative - muri sintetici -, per altri aspetti ha reso
infelici gli arrampicatori che quasi con cadenza annuale vedevano sparire per
sempre percorsi celebri ed ambiti, quali la mitica Caduta degli dei,
7c+ che consacrò - unico in catena - Patrick Edlinger nell'edizione del 1986.
Ora nel settore gare rimangono le vie dell'ultima edizione, create nel 1992
da Marzio Nardi, integrate da vie nuove e da varianti nate nel corso degli anni
'90. I movimenti sono generalmente di grande soddisfazione su lievi ma continui
strapiombi e le difficoltà, ovviamente, abbastanza elevate - la maggior parte
delle vie spazia tra il 6c ed il 7c -. Attenzione alle vipere sulla pietraia
alla base della parete, alle catene ed agli spit vaganti delle vecchie vie schiodate
ed alle pietre che ogni tanto cadono dalla parete spinte dagli uccellini che
nidificano tra gli anfratti rocciosi. Il settore Albatros si trova verso il
fondo di pian dei Militi, nella zona in cui la strada arriva quasi a lambire
la parete. Qui il discorso cambia: la roccia è un calcare grigio a placche
verticali molto tecniche, a tratti persino un po' saponosa. Le vie facili non
mancano, anche per chi inizia, e una giornata estiva in valle Stretta lascia
sempre un magnifico ricordo. Come probabilmente si è già intuito, considerando
l'aspetto montano della falesia, alla Militi si arrampica solo nella bella stagione.
Se il sole non è troppo forte, la mattina è il momento ideale; tuttavia,
anche di pomeriggio, se non si alza il vento freddo, la temperatura può
rimanere ottimale per favorire qualche realizzazione nel settore gare.
Avvicinamento:
3 minuti dalla strada di Valle Stretta per il settore Gare; un minuto per
il settore Albatros
Orientamento:
est
Lunghezza
delle vie: 15-30 metri (per le doppie sui tiri superiori fare attenzione
alla lunghezza della corda)
Corda:
60 metri
Tipo di roccia:
calcare grigio e giallo
Attrezzatura:
fix da 10 e catene in sosta
Quota:
1700 m. slm
Numero di
vie: 51
La
parete, alta 350 metri
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foto:
Federico Negri
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La
parete, alta 350 metri
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foto:
Federico Negri
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Il
settore Gare
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foto:
Federico Negri
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La
parete, alta 350 metri
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foto:
Federico Negri
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Sul
settore Albatros
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foto:
Federico Negri
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